FONTE ARTICOLO
Ringrazio l'Editore Ashraf Aboul-Yazid Ashraf-Dali e pubblico secondo il protocollo editoriale internazionale congiunto. I thank the Publisher Ashraf Aboul-Yazid Ashraf-Dali and published according to the international editorial protocol.
giovedì 11 luglio 2024
Naguib Mahfouz...il narratore e artista visivo, in inglese di Ashraf Aboul-Yazid
Vetrina delle Emozioni presenta Alessia Marani, imprenditrice informatica, con il suo progetto innovativo rivolto alla musica e all'arte realizzando un website Almax Magazine
Alessia Marani fondatrice di Progetto Almax Almax Magazine Almax Channel |
venerdì 19 aprile 2024
Il festival della stretta di mano delle Repubbliche è un lavoro per il futuro - Il festival della stretta di mano delle Repubbliche è un lavoro per il futuro di Ashraf Aboul-Yazid
Ringrazio l'Editore Ashraf Aboul-Yazid Ashraf-Dali e pubblico
secondo il protocollo editoriale internazionale congiunto. I
thank the Publisher Ashraf Aboul-Yazid Ashraf-Dali and published according to
the international editorial protocol.
Ashraf Aboul-Yazid: Il festival della stretta di mano delle Repubbliche è un lavoro per il futuro
Editor Olga IVANYCHEVA
Foto: Daria GAYNETDINOVA
Il 20 aprile si terrà
a Yoshkar-Ola il VII Festival Interregionale di Musica e Poesia "Stretta
di mano delle Repubbliche". Quest'anno il festival sarà dedicato al 225 °
anniversario della nascita di A.S. Puškin. Il programma include due concerti di
poesia, un tavolo rotondo "Famiglia della regione del Volga",
nell'ambito dell'Anno della Famiglia in Russia. E in occasione della Giornata
mondiale del libro e del diritto d'autore, celebrata il 23 aprile, si terrà un
evento per donare libri alla Biblioteca nazionale intitolata a S. G. Chavain
della Repubblica di Mari El. Gli artisti del Teatro di Poesia di Kazan
"Dialogo" presenteranno due composizioni musicali e poetiche:
"Motivi orientali nelle opere di classici e contemporanei": "Fontana
di Bakhchisarai" di Alexander Pushkin e "Racconti turchi" di
Olga Levadnaya.
"Stretta di mano delle Repubbliche" sta raggiungendo con fermezza il livello internazionale. Poeti dei paesi BRICS parteciperanno al forum culturale online. Un ponte video con Il Cairo si è svolto presso la redazione del giornale "Kazanskie Vedomosti". L'organizzatore del festival, la poetessa Olga Levadnaya, il presidente dell'organizzazione cittadina di Kazan del ramo del Tatarstan dell'Unione degli Scrittori Russi Alexander Voronin, il giornalista, regista cinematografico e televisivo Shamil Fattakhov, che ha assunto la missione di traduttore, e il presidente dell'Associazione degli Editori e Distributori di Prodotti Stampati della Repubblica del Tatarstan, direttore della Kazanskie Vedomosti Venera Yakupova hanno parlato tramite videoconferenza con il famoso scrittore, giornalista, traduttore, presidente dell'Associazione dei Giornalisti Euroasiatici Ashraf Aboul-Yazid.
Ashraf Aboul-Yazid ha una lunga amicizia con il Tatarstan. La prestigiosa rivista "Al-Arabi" ha pubblicato tutta una serie dei suoi materiali sulla storia, la cultura e le tradizioni del Tatarstan, su Sabantuy (la festa tradizionale del raccolto), sul Festival Internazionale del Film Musulman di Kazan e sul festival teatrale dei popoli turcici "Nauruz". La Televisione Centrale del Kuwait ha trasmesso una serie di programmi e interviste sulla nostra repubblica, incluso sul primo presidente del Tatarstan, Mintimer Shaimiev.
martedì 16 aprile 2024
MUSICA PER VOI ED UN LIBRO CHE PARLA DI NAPOLI E DEI SUOI PROTAGONISTI
Offriamo la possibilità di ascoltare nelle vostre case e nei vostri locali la nostra musica di vario genere, a voi non costa nulla mentre a noi autori può rendere qualche centesimo d’euro che moltiplicato per il numero di ascolti potrà farci acquistare NA TAZZULELLA ‘E CAFE’.
Condivido inoltre un suggerimento alla lettura & idea regalo per il libro Note Condivise dove ho collaborato assieme alla co-autrice e collaboratrice Gioia Lomasti. Un progetto poetico narrativo che nel suo insieme evidenzia alcuni miei testi musicati valorizzando arte musica e cultura soprattutto di NAPOLI. Note Condivise è distribuito da Youcanprint disponibile anche su tutte le piattaforme Amazon, in libreria e sui maggiori webstore. La pubblicazione supporta arte cultura e si attiva per progetti benefici dediti principalmente agli animali altro argomento profondamente trattato tra le pagine del libro.
Attraverso migliaia di interazioni sui social network e siti dedicati contraccambiamo il vostro supporto, se vorrete essere presenti sulle nostre pagine contattateci attraverso un messaggio sulla pagina fan. Seguite la pagina fan NOTE CONDIVISE
martedì 2 aprile 2024
Pino Montiroli si racconta e presenta il suo primo progetto libro IL BALLO DI TIPPY, intervista a cura di Gioia Lomasti
Ringraziamo
di cuore Pino Montiroli per averci
concesso l'opportunità di intervistarlo e approfondire i temi e le dinamiche
che caratterizzano il suo primo racconto edito "Il Ballo di Tippy".
Giuseppe Montiroli (per
tutti Pino) è nato nel
giugno del 1960 a Sant'Angelo in Vado in provincia di Pesaro e Urbino. Quando
frequenta ancora l'asilo impara a leggere e a scrivere seguendo una
trasmissione TV del maestro Alberto Manzi, "Non è mai troppo tardi".
Si appassiona così alla lettura e comincia a divorare fumetti e libri per
bambini. In seguito scrive piccole storie e brevi racconti che rimangono chiusi
in un cassetto insieme con altri scritti accumulati durante la sua vita. Negli
ultimi anni si è dedicato al Cabaret partecipando a Festival di carattere
nazionale come il prestigioso Premio Walter Chiari di Cervia in cui si è
aggiudicato il secondo posto assoluto. Ora ha deciso di cominciare a pubblicare
i suoi racconti partendo da "Il ballo di Tippy", la storia tragicomica
di un cane abbandonato da un incauto capofamiglia a cui, per effetto del karma,
ne succederanno di tutti i colori.
Come ti sei avvicinato al
mondo della scrittura?
Scrivere
mi è sempre piaciuto e quando a scuola c’era il tema di italiano mi divertivo.
Scrivevo anche brevi storielle che poi recitavo alle feste parrocchiali o fra
amici. Poi per un lungo periodo non ho più scritto nulla, forse per pigrizia.
Negli ultimi anni ho ricominciato a scrivere e la cosa mi diverte come un
tempo.
Quali sono i temi
principali che affronti nel tuo racconto?
Non
ho temi specifici. Amore, musica, sport, cronaca nera, guerra, amicizia… mi
piace scrivere racconti imperniati su vari generi senza fossilizzarmi su uno in
particolare.
Come hai sviluppato i personaggi
e le loro storie e quale messaggio vuoi trasmettere attraverso il tuo racconto?
Quando scrivo un racconto do sempre dei connotati fisici ai personaggi. Possono essere attori o persone che fanno parete del mio vivere quotidiano, l’importante per me è fissarne dei tratti perlomeno indicativi. Con “Il ballo di Tippy” l’unico messaggio è: trattate sempre bene gli animali perché il Karma potrebbe essere in agguato.
giovedì 14 marzo 2024
POVERA TERRA MIA - un nuovo brano scritto dal poeta e paroliere Luciano Somma con interpretazione e musica a cura del maestro Gustavo Martucci, introduce la poetessa Gioia Lomasti
Napoli, città dalle antiche
origini, era conosciuta un tempo con il nome di Partenope, legata alla leggenda
della sirena che incantò il centauro Vesuvio. Ma oggi, la città si trova a
combattere contro la disperazione e la povertà che affliggono tanti suoi abitanti.
La vita a Napoli non è facile, le campagne non sono abbastanza fertili da
sfamare tutti e la musica non basta a lenire le sofferenze di chi vive in
condizioni precarie. I giovani invecchiano prima del tempo, con poche
prospettive di un futuro migliore. E nella storia di una famiglia napoletana,
si respira l'aria di una terra dove la speranza sembra ormai perduta. Ma
nonostante tutto, c'è ancora chi si aggrappa alla vita, sperando in un domani
diverso. In una stanza angusta viveva una famiglia numerosa, con una madre che
portava il nome di Speranza, simbolo di una fede incrollabile nonostante le
avversità. Il sole che compare timidamente nel cielo di Napoli sembra fuggire
in fretta, come se anche lui volesse sfuggire alla malinconia che avvolge la città.
Eppure, nonostante le difficoltà, c'è la volontà di andare avanti, di lottare
per una vita migliore, nonostante le incertezze del futuro. Ma la preghiera
resta la stessa: "Dio, aiutaci a vivere". In una Napoli segnata dalla
storia e dalla tradizione, c'è bisogno di una mano che guidi verso la speranza,
verso un futuro di dignità e rigenerazione. E chissà che un giorno, la regina
del meridione possa finalmente risorgere, splendente e rinata dalle sue ceneri.
martedì 5 marzo 2024
Recensione a cura di Lorenzo Spurio IDOLO HOXHVOGLI, La comunità dei viventi, Clinamen, Firenze, 2023
Giunge
dopo un lungo periodo dal precedente lavoro letterario – esattamente dopo otto
anni – l’opera di Idolo Hoxhvogli dal titolo La comunità dei viventi. Edita da Clinamen di Firenze nel 2023, è
anticipata – in copertina – da un dettaglio di un’icona di epoca bizantina che
ritrae un inconsueto San Cristoforo Cinocefalo vale a dire in sembianze umane
ma con testa di canide. L’idea che il lettore si crea ben prima di aprire il
libro ha a che vedere con un senso di metafisico – l’icona che richiama la
tradizione cristiana, prettamente quella ortodossa – e di assurdo com'è appunto
nella forma dell’uomo-cane rivestito di sacralità, degno erede di scenari
disturbanti e visuali grottesche di bestiari medievali che, tra lo sfarzo delle
patine dorate, non di rado proponevano esseri multiformi, animali irreali,
sembianze camaleontiche di tradizione arcana e di un fascino ancor oggi assai
denso.
Hoxhvogli,
che è filosofo ben prima di essere poeta e narratore, consegna al lettore
un’opera ambigua e polifunzionale, radicata tanto nella religione che nella
rivisitazione della stessa, sia cristiana che coranica, ma anche induista (i
riferimenti non mancano). L’opera affonda nella dialettica personale di un io
lirico che ricerca spiegazioni dinanzi ai dilemmi, alle storie irrisolvibili,
alle questioni oggetto d’interpello personale e collettivo dalla notte dei
tempi. Dalla filosofia alla presa di coscienza del reale per giungere a una
critica aspra e mai polemica, lucida e intransigente, nei confronti di una
contemporaneità vacua e irreprensibile, di un consumismo irrefrenabile, di una
sempre più accentuata alienazione dell’uomo e d’ingabbiamento della sua
identità, della sua creatività, della sua forza energica e volitiva.
L’autore,
nato a Tirana nel 1984 ma residente nelle Marche, a Porto
San Giorgio, da tanti anni, partorisce un nuovo tassello importante e decisivo,
frutto del suo perlustrare atavico e ricorrente nei meandri di un percorso
ontologico che lambisce l’onirico. È come se
l’Autore – che sciorina idee, propone temi, passa da un discorso all’altro come
in tante “pillole” da ampliare nel proprio approfondimento personale – vagasse
in un ipotetico labirinto insidioso e, per cercare di giungere all’unica
possibile via di fuga, tentasse varie strade, soffermandosi sulla loro
validità, circostanziando immagini decisive, parole-chiave, oggetti d’analisi
che meritano riflessione e momentanea stasi prima di riprendere la ricerca. “Nel labirinto il mezzo è l’intreccio, il
fine è una negazione: imprigionare, disorientare l’uscita” (50).
L’andamento è discorsivo, a tratti persino argomentativo, teso a dare la configurazione di un accadimento nei suoi meccanismi e circostanze fattuali atte a determinarne le funzioni e gli esiti in uno svolgimento temporale. In altre circostanze ci troviamo dinanzi all’agiografia, alla cronica, al resoconto, al rapporto di viaggio, addirittura all’exempla e all’epistola. Sono tutti generi che, a suo modo e con il suo indomabile apporto creativo, volente o nolente, l’Autore attraversa, conduce e impersonifica.
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