Ci sono uomini che attraverso l'arte giungono al cuore, per farne percepire l'anima. In tratti scolpiti ne fermano il tempo, che attraverso le mani plasma, riponendo perciò in un fermoimmagine l'istante eterno, che si racconta e incanta.
Questo è ciò che differenzia Gigi Porceddu, scultore conosciuto ed apprezzato sia in Italia e nel panorama internazionale, che con infinita coscienza donandosi attraverso le sue opere, va ad incidere in un eccelso ricamo il richiamo di pietre di fiume, per cingere giochi di intagli nei quali percepirne calore e umanità. Molto è stato detto e scritto, molti i volti che si raccontano grazie a queste sculture, storie eterne che ispiratrici ne caratterizzano l'antichità dei pastori sardi e la storia impressa nella sua terra, la Sardegna, enunciate nel progetto Lintu e Pintu che verte sulla lavorazione della terracotta. Nel museo di Villasor dove dimora l'artista, si possono così trovare questi capolavori, che intrisi alla grande tradizione sarda si colorano di memoria. Progetti che nascono dalla terra, sfociano attraverso il sasso fluviale di cui si ciba l'estro artistico con una lavorazione grezza, priva degli attrezzi adatti in fase adolescenziale in quanto il suo compimento risale sin da bambino con le sole punte di utensili improvvisati, ma che successivamente si è sviluppato attraverso gli studi e appropriate tecniche apposite per la creazione. Questo nel tempo volse una contrapposizione anche con ciò che la sua famiglia riteneva essenziale per poter vivere, il dedicarsi alla vita del pastore quale era suo padre e all'operato destinato alle bestie, alla terra e ai raccolti, tramandato nelle generazioni. Fu questo il passaggio, che per scelte personali portò l'artista sin dalla tenera età a seguire una traiettoria contro le convinzioni famigliari, che nel tempo costruirono solidità, attraverso l'enunciazione della sua parte artistica.
Nel
sublime progetto Is Perdas Anninadoras
- attraverso incavi posti in una superficie arrotondata si adagiano pietre in
movimento, che danzano al vento e nell'incanto delle acque, come per magia, vengono
accompagnate da affascinanti melodie di Enya, voce armoniosa, che rievoca pace
e immensità. Una danza ancestrale e antica che, senza impulsi, ne canta la sua
ninnananna. Colui che infonde arte attraverso l'arte salverà il mondo.