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lunedì 4 ottobre 2021

INTERVISTA AL CANTAUTORE ARBY A CURA DI GIOIA LOMASTI

 


Gabriele Arbizzoni in arte ARBY, nasce nel 1976 e coltiva l’amore per la musica fin da bambino grazie al padre che per passione suona il pianoforte. Cresce ascoltando i cantautori italiani e gli artisti della scena pop e rock internazionale degli anni ‘80 e ‘90 che avranno su di lui una profonda influenza nella sua ricerca di sonorità. Nel 1992 inizia gli studi come batterista e prosegue questo percorso per i successivi 8 anni. Nel frattempo già dopo 1 anno di studio inizia le sue esperienze con le band entrando a far parte degli EXORCIZE dove pratica il suo strumento suonando brani della scena heavy metal del momento. Negli anni successivi fa parecchie esperienze live con altre band e in ultimo nel 2000 arriva con la band “DTESTO” ad aprire il MONZAROCKFESTIVAL, molto importante a Monza in quanto uno dei concerti con più star del rock internazionale della Brianza. Svoltosi all’autodromo ha ospitato oltre alla band di Arby che ha suonato all’apertura, anche nomi quali SKUNK ANANSIE, ALANISE MORRISETTE, LITFIBA, NINE INCH NAILS, MAX GAZZE’ e molti altri. Infine nello stesso anno la band si scioglie e Arby inizia un lungo periodo di 12 anni circa di inattività. Nel 2012 viene coinvolto come insegnante di batteria nella scuola JOY AND MUSIC di Catanzaro e li inizia a scrivere e comporre brani inediti che rimarranno “nel cassetto” per altri 5 anni circa. Nel frattempo si ritrasferisce in Lombardia e comincia a fare serate di piano bar e karaoke per sviluppare il canto dal vivo, visto che il canto fino ad allora lo aveva praticato solo alle lezioni che frequentava da circa 2 anni. Nel 2019 esordisce con il suo primo EP “La voce di nessuno”, fatto nella totale convinzione che non fosse nulla di speciale ma che comunque un bel “chissenefrega… ci provo” andava tentato.

Questo primo EP nonostante tutte le sue lacune andò discretamente e lo portò in una radio locale che volle presentarlo con un intervista che spiegasse anche il disco. Nel Marzo 2020 arriva il primo lockdown della pandemia da Covid 19 e in quei 2 mesi chiusi in casa nasce il secondo EP “Il ventennio” che viene al mondo proprio grazie a dei momenti di nostalgia del passato ed allo stesso tempo a causa del disagio causato dalla situazione che stavamo vivendo in Italia. L’uscita del disco fu anticipata dal singolo “7 note nella notte” che descrive proprio lo stato d’animo dell’autore che spesso nelle ore notturne riesce a concretizzare in musica i suoi pensieri e le sue emozioni. Il disco ha un discreto successo su Spotify. Il 2 Gennaio 2021 esce il suo primo album vero e proprio dal titolo “Al pensiero, all’amore e alla musica”. Questo è per lui il lavoro più significativo come contenuti, collaborazioni e musicalmente parlando in quanto gli ha permesso di sviluppare una sua identità artistica. La copertina del disco è un dipinto dal titolo omonimo appositamente realizzato su tela dalla pittrice Maryna Karpovich. Il disco è molto simile ad un concept album dove i temi citati nel titolo si scambiano in continuazione di posto e si alternano a volte fondendosi in un unico brano come ad esempio “Simposio” dove amore pensiero e musica sono davvero coesi in una melodia che alterna strumenti etnici con il sound rock e il cantato che richiama un po' sonorità in stile “Battiato”con la partecipazione anche della bravissima Naturelle, cantante soul e R&B che recita dei versi in francese nella parte centrale della canzone. Inoltre il disco vuole anche innalzare il ruolo della donna ed il rispetto che le va giustamente attribuito, argomenti esplicitamente trattati nel brano “Muse inconsapevoli” che è anche fonte di un altra collaborazione artistica nel videoclip della ballerina Emanuela Suanno, ed infine nel brano “Il boia” che è una chiara esortazione alle donne che subiscono violenza a denunciare i loro aguzzini. Nello stesso mese di uscita dell’album esce anche un singolo molto particolare, un featuring con il bravissimo Olly Riva (SHANDON, THE FIRE, THE MAGNETICS) che va un po' ad ironizzare sul tema del “musicista di professione” che molto spesso è visto come un inconcludente vittima del fatto che la gente neanche si pone la domanda su quanto lavoro ci sia dietro alla vita di un musicista. In ultimo a Maggio 2021 esce il suo ultimo singolo “Limitando i limiti” dove Arby esterna con rabbia il fatto che spesso un musicista che vuole fare della musica il suo lavoro deve remare controcorrente e spesso guerreggiare con ignoranza, ipocrisia e presunzione da parte di chi invece dovrebbe sostenerlo. Al momento è in lavorazione un nuovo album che probabilmente sarà preceduto da un singolo entro Dicembre 2021.

Quale avvenimento ritieni sia stato fondamentale nel tuo cammino di cantautore?

Sicuramente l’esperienza che mi ha dato il maggiore input è stata all’interno del periodo che mi ha visto come insegnante di batteria alla scuola Joy And Music, perché in quel contesto lavorativo iniziai ad utilizzare software per comporre musica e mi convinse del fatto che potevo quanto meno provarci, quindi cominciai a dedicarmici ogni qualvolta ne avessi il tempo.

 


Come avviene la stesura di un brano e quale dei tuoi lavori ritieni ti rappresenti in maggiormente?

La stesura di un brano penso sia una procedura soggettiva, credo che ogni artista abbia il suo “ordine delle cose”. Personalmente io tendo a scrivere della bozze di testo che mi vengono in mente in momenti di ispirazione, bozze che rimangono in attesa della parte musicale che magari arriva parecchio tempo dopo. Per quanto riguarda la musica io non essendo un gran compositore, mi lascio molto guidare dalla sensazione del momento, se sono li a suonicchiare con il sintetizzatore o la chitarra ed esce qualcosa che mi piace lo memorizzo subito magari facendo una registrazione al volo per non perdere l’idea e poi lo utilizzo per associare il testo che ritengo opportuno oppure mi è successo più volte che proprio quel breve stralcio di musica mi abbia stimolato la stesura di un intero testo come è successo ad esempio con il brano “Platonica”. In questo senso sicuramente il lavoro che mi rappresenta di più è l’album “Al pensiero, all’amore e alla musica” sia per i contenuti dei testi che musicalmente parlando.

 

Quale messaggio vorresti lasciare al tuo pubblico attraverso i tuoi testi?

I miei testi parlano di come la penso io su certi argomenti, di come sono io e anche di come vorrei essere in certi casi. Sicuramente vorrei che le persone ne capissero lo spirito e la finalità, alcuni testi parlano di cose che reputo estremamente serie come il rispetto verso le donne e verso la cultura e l’arte che per come la vedo io sono in una sorta di fase rem mentre vengono sostituite da frivolezze televisive.

 

Essere controcorrente rispetto alla massa può evidenziare il proprio lavoro e renderlo unico, oppure ad oggi muoversi in maniera univoca fornisce forse maggiore popolarità?

Beh... noi viviamo in un momento dove la musica “di successo” è abbastanza univoca. Se si vuole scalare la popolarità in fretta bisogna puntare alla TV anche se spesso poi la cosa finisce li, se invece la meta è fare musica in modo da essere se stessi a prescindere dal successo allora è un altra storia, ovvero, sicuramente la storia della musica ci dice che i cantautori e le band che hanno fatto la storia, in quel momento, erano controcorrente, basti vedere i Pink Floyd e David Bowie ad esempio… certo è che in Italia è tutto un po più difficile secondo me. In ogni caso io ho scelto di essere me stesso in ogni disco… ciò che sarà, sarà.

 

Quale sensazione resta del dopo concerto?

I miei “dopo concerto” nel ruolo di cantautore purtroppo a causa della pandemia sono pressoché nulli visto che non si fanno live da quasi 2 anni. Come batterista ho fatto tantissimi live in passato ed è inutile dire che il “dopo concerto” rappresenta sicuramente il momento dove sai di avere dato il massimo a chi ti è venuto ad ascoltare e quindi stai bene, benissimo direi. Nessuno si sofferma a riflettere sul fatto che “il musicista” fa una cosa molto altruista, ovvero regala emozioni e la sua felicità sta proprio nel vedere la gente sotto il palco cantare ballare o semplicemente godersi la musica e vedere questo vale più di mille applausi a parer mio.

 

Che consiglio daresti a chi dà inizio questa professione?

Sicuramente direi che prima del termine professione devono esserci passione e impegno accompagnati da una determinazione che non guarda ne a destra ne a sinistra. Deve andare dritto in meta senza dar troppo retta a chi sicuramente cercherà di scoraggiarlo.

 

I social network e il web in generale possono essere un buon strumento di promozione?

Viene toccato un campo minato, perché il web e i social sono sicuramente un ottimo strumento di promozione, però credo bisogna stare attenti a non diventarne assuefatti al punto di escludere tutto ciò che sta al di fuori… ovvero la realtà e la vera socialità.

 


 

Da dove attingi ispirazione per la composizione dei testi?

In realtà ciò che ha ispirato ed ispira tuttora i miei testi sono gli argomenti e le situazioni che molto spesso corrispondono  a cose legate alla mia vita passata e presente. Una cosa spesso citata nei miei testi è l’affetto per mio padre che è venuto a mancare nel 2000. Amo fare un piccolo riferimento a lui ogni volta che il contesto della canzone lo consente. Anche perché il mio amore per la musica arriva proprio da lui.

 

Vi sono artisti che attraverso il loro stile  influenzano il tuo percorso artistico?

Il mio percorso è stato ricco di influenze da parte di altri artisti. Sicuramente grazie ai tanti cantautori come Franco Battiato, Mango, Duran Duran, Simple Minds, Police, PFM… ma anche band italiane della scena underground rock tipo i Bluvertigo, gli Afterhours etc etc. Citarli tutti sarebbe improponibile... cerco di prendere esempio da qualsiasi genere musicale fatto bene. Anche la musica elettronica mi piace parecchio se fatta bene e quindi cerco di trarre spunti anche da quella.

Nel tuo cammino musicale hai avuto il piacere di collaborare con tantissimi altri grandi artisti, chi ricordi con maggiore emozione?

Sicuramente la collaborazione che ho sentito maggiormente nella pancia diciamo, è stata quella con la cantante Naturelle, che molto volentieri ha dato un importante contributo vocale al mio brano “Simposio”, che si può ascoltare nell’album “Al pensiero all'amore e alla musica”. Poi sicuramente non può mancare la gratitudine nei confronti del grandissimo Olly Riva (Shandon) che ha dato il suo contributo nel singolo “senza partire”, brano che parla in maniera un po ironica dei luoghi comuni che girano attorno alla vita dei musicisti di professione. Penso che nessuno meglio di lui poteva accompagnarmi in questo pezzo.

Cosa rappresenta nella tua vita la musica?

Ossigeno... ecco come la percepisco… negli anni che sono stato fermo era come se mancasse la terra sotto i piedi… non sono mai riuscito ad approfondirla come volevo, ma mi accontento di come lei si lascia plasmare da me. Cerco di viverla come meglio posso, con la speranza che prima o poi la promessa che feci a mio padre di renderla il mio lavoro primario, diventi realtà.

Ci sono strumenti che ami maggiormente evidenziare nei tuoi album?

Sicuramente lavoro molto sul basso e sui sintetizzatori perché ritengo che siano loro a dare un identità al mio genere.

Cosa desideri per il tuo futuro artistico?

Beh, come ogni artista desidero arrivare a più gente possibile e chissà... magari tentare un “SANREMO” (Lol)

Terminerei questo tuo magnifico contributo domandandoti una citazione presente in un tuo testo e brevemente la storia che ne è contenuta

“So che mi sono perso in te, non riesco ad uscirne più, non mi serve una musa perché ho le tue note nei miei sogni” cit. Platonica

Questa frase racchiude il significato più nascosto di Platonica perché svela di chi parlo… il brano sembra dedicato ad una donna… in realtà questa donna simbolica è proprio la musica e in questa frase, che è praticamente una dichiarazione d’amore, le dico che non riesco e non voglio liberarmi di lei, le dico che è talmente presente nel mio cuore che non ho bisogno neanche di una musa ispiratrice, perché sento già nel mio inconscio le note che voglio usare per esprimermi. Ho sempre immaginato la musica come una bellissima donna che si concede all'artista al fine di esaltare ancor di più la sua bellezza e la sua nobiltà.

Canali web dedicati all'artista


A cura di Gioia Lomasti

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