È uscito per i tipi di Porto Seguro Editore il primo romanzo di Andrea Tavernati, O per Sole o per Ombra. Una narrativa che si può leggere come un giallo o come il ritratto di un’epoca, l’inizio degli anni ‘80 del secolo scorso, o molto altro ancora.
Dopo aver
scoperto il furto del quadro realizzato da David Kerr, celebrato pittore
iperrealista di origini scozzesi, che dipinge la vittoria nel campionato di C2
della squadra di una città padana di provincia, tre scalcinati e sognatori
studenti universitari iniziano a sospettare di una sedicente organizzazione
politico-religiosa nata negli anni di piombo. La loro indagine privata, un
grottesco percorso di formazione, o piuttosto di dis-formazione, condotto sul
crinale del caso e del caos, li porta a gettare luce sul commercio clandestino
di opere d’arte, a incontrare copisti-filosofi senza scrupoli e un
collezionista che aspira al delirio di un museo totale, fatto di soli originali
sottratti al flusso del tempo. Sullo sfondo i primi vagiti del digitale, gli
ultimi sussulti del terrorismo, la guerra delle Falkland e naturalmente
l’Italia che vince a sorpresa i Mondiali di calcio.
O per sole o per ombra è una riflessione sul valore dell’immagine, del segno come comunicazione, in un decennio ancora senza rete e smartphone, ma dominato dal trionfo del media televisivo, tra telepromozioni e spettacolarizzazione dell’effimero.
Andrea Tavernati nasce a Pavia e vive nei pressi di Como. Laureato in Filologia Medievale e Umanistica e in Paleografia e Archivistica, lavora come creativo pubblicitario a Milano. In Messico ha collaborato con un’associazione umanitaria impegnata nella difesa e promozione culturale delle popolazioni Maya. È vicepresidente de La Casa della Poesia di Como. Ha pubblicato anche L’Intima Essenza, la via dell’haiku (Tripla E edizioni) nel 2013, e due anni più tardi la raccolta di racconti E niente indietro (I Sognatori editore) e la raccolta di poesie Tamburi (Gattomerlino, Roma).