![]() |
| Visita il canale distributivo del progetto NESSUNO RESTA FUORI |
A nome mio e dei lettori di Vetrina delle Emozioni
desidero rivolgere un sentito ringraziamento a Nicole Steiner per aver
condiviso con i lettori il suo nuovo libro Nessuno resta fuori (Youcanprint, 2025,
ISBN 9791224044055). Questa seconda opera dell’autrice si inserisce in un
percorso narrativo dedicato ai bambini, dove inclusione, gentilezza e
Nicole, Nessuno resta fuori è il tuo secondo libro: quali
emozioni ti hanno guidata nella scrittura rispetto al primo?
“Un tempo per te” è la raccolta dei primi 30 di 122 testi
che spaziano dalle poesie, alle prose a monologhi emotivi. Mi piace definirli
“riflessioni viscerali” perché scritti nell’istante esatto in cui provavo
determinate emozioni. Per quanto riguarda “Nessuno resta fuori”, l’emozione non
è impulsiva, ma riflessiva e ragionata, perché il mio desiderio è di
trasmettere ai bambini dei valori attraverso la consapevolezza e la conoscenza,
e quando si parla ai bambini bisogna fare molta attenzione perché loro sono
come un fiore delicato. La decisione di questo libro è nata dopo l’ennesimo
episodio di bullismo dove un ragazzino si è tolto la vita a seguito di continue
prese in giro. Sono madre di due figlie, la più piccola ha solo 4 anni. L'idea
che mia figlia possa prendersi gioco di qualcun altro perché diverso da lei,
per me è inconcepibile e mi fa paura. Così mi sono chiesta cosa posso fare
affinché questo non accada e la risposta sta nell’amore, nella conoscenza,
nell’empatia e nel rispetto verso il prossimo. Trascorro molto tempo con mia
figlia, disegnando e giocando, e durante questo tempo mi sono accorta che lei
ogni tanto si volta a guardarmi in silenzio. Mi osserva e poi comincia a
raccontare di ciò che accade a scuola e delle sue paure e mi rendo conto che il
tempo che le dedico si trasforma in fiducia. Tutto ciò non si può pretendere di
impararlo da adulti, ma si comincia da piccoli attraverso l’insegnamento ed il
buon esempio, sia a casa che a scuola.
Il titolo è molto evocativo: cosa significa per te
“nessuno resta fuori” e come si riflette nei racconti?
“Nessuno resta fuori” significa che ogni bambino ha diritto ad essere felice una volta venuto al mondo. La vita non è uguale per tutti, ma tutti abbiamo il diritto ad essere sereni, e spesso la discriminazione genera solitudine che a sua volta crea un’ombra nella quale viene inghiottita la persona fragile. L’emarginazione è la sconfitta del genere umano. Si parla di emarginazione non solo nel mondo infantile, ma anche in quello adulto. Per quanto mi riguarda, anche la guerra genera emarginazione perché crea un baratro nel quale cade una società. Una sconfitta per tutti perché tra le vittime ci sono sempre bambini e a farla sono bulli adulti. Nei racconti i personaggi vengono accompagnati da delle insegnanti a scoprire la bellezza dello stare assieme con rispetto, amore e sostegno, attraverso il gioco e la musica.
Nei tuoi testi i bambini imparano a riconoscere emozioni come gioia, paura o tristezza. Quanto è importante dare un nome ai sentimenti fin dalla tenera età?
E’ molto importante perché i bambini in tenera età non
sanno ancora decifrare tutte le emozioni. A volte si sentono sopraffatti da
turbamenti e non riescono a controllarsi. Ad essere sincera spesso non siamo in
grado neppure noi adulti.
Il tema del bullismo è affrontato con delicatezza e
concretezza. Quali strumenti narrativi hai scelto per trasmettere ai piccoli
lettori il valore dell’empatia?
I personaggi sono quasi sempre bambini inseriti in un
contesto scolastico, ma per affrontare il tema del bullismo ho preferito dare
voce agli animali attraverso tre favole. I bambini adorano gli animali perché
stimolano in loro la curiosità ed il gioco.
Inclusione e diversità sono pilastri del libro. C’è un
episodio o un personaggio che incarna al meglio questo messaggio?
Tutte le storie parlano di inclusione, ma in “Un volo per
due”, “Samir e il calcio” e “Una stella per Gasparre”, i personaggi sono
portatori di messaggi importanti.
La fantasia e il gioco sono parte integrante delle tue
storie. Quanto contano, secondo te, per rendere l’apprendimento più naturale e
coinvolgente?
Indispensabile direi, altrimenti i bambini si
annoierebbero e non si fermerebbero a riflettere né a fare domande. Anche la
lunghezza delle storie è stata ridotta per evitare la dispersione
dell'attenzione nei bambini piccoli. Parlando di gioco e coinvolgimento, vorrei
far presente la possibilità di portare sia nelle scuole che nelle RSA, degli
spettacoli che tiene una mia amica, Alina Mertic. I suoi burattini, o
marionette antiche, portano in scena le storie di questo libro.
Scrivere per bambini significa anche dialogare con
genitori ed educatori. Che ruolo assegni agli adulti nella lettura condivisa
dei tuoi racconti?
Un ruolo determinante e mi permetto di dire quasi
obbligato! Ho dato vita a questi racconti per i bambini a partire dai 3 anni e
a quell’età non sanno ancora leggere, quindi è scontato che sia un adulto a
farlo per loro. Questo libro è legato ad un progetto laboratoriale nel quale
genitori e insegnanti possano far scoprire ai bambini cosa significhi vivere in
modo diverso rispetto a quello a cui sono abituati. E’ necessario costruire un
dialogo tra famiglie e scuola per accompagnare i bambini nella crescita
consapevole. Bisogna imparare da piccoli che le parole hanno un peso e la
gentilezza rende il mondo migliore. Perché questo accada, noi adulti dobbiamo
essere i primi.
Quali sono state le reazioni dei primi lettori del libro?
Ti hanno restituito qualche emozione o riflessione che ti ha colpita
particolarmente?
Uno dei primi lettori mi ha confidato di aver provato una profonda emozione di calore e tenerezza leggendo le storie, perché le ha trovate chiare, coinvolgenti, molto belle, ma senza risultare pesanti. La lettura del libro ha creato un momento di confronto. Io ne sono felice perché questo è il motivo per il quale è nato questo progetto.
Guardando al futuro, quali temi ti piacerebbe esplorare
nei tuoi prossimi lavori per continuare a parlare di emozioni e inclusione?
I bambini dovrebbero conoscere solo la parola PACE e non
GUERRA. La pace è il risultato di un mondo costruito sul principio più
importante, l’Amore. Sarà mai possibile? Ci proverò coinvolgendo genitori ed
insegnanti a sviluppare l’empatia nei bambini attraverso storie e laboratori.
Non è semplice quando gli adulti sono i primi a non mettere in pratica.
Purtroppo vedo molto disinteresse. E’ necessario smuovere le coscienze. Mi
piace mettermi in gioco e credo che ci siano un'infinità di temi da affrontare.
A cura di Gioia Lomasti in collaborazione con vetrinadelleemozioni.com
