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| Maria Rotolo |
In collaborazione con i lettori di Vetrina delle Emozioni, Gioia Lomasti ha il piacere di accogliere e ringraziare la poetessa Maria Rotolo, autrice della raccolta Le tonalità dell’anima. Con la tua scrittura intensa e delicata, Maria, ci conduci in un viaggio tra chiaroscuri e sfumature interiori, trasformando emozioni intime in versi capaci di arrivare al cuore. Palermitana di nascita e torinese di adozione, insegnante appassionata e autrice raffinata, hai saputo dare voce a un sentire universale, dove la poesia diventa tela e pennellata, luce e ombra, silenzio e parola.
Maria,
cosa rappresenta per te la poesia: un linguaggio universale, un rifugio, un
atto di resistenza o un dono?
La
poesia per me è tutto questo. È un linguaggio universale perché supera i
confini del tempo e dello spazio, parlando direttamente all’anima; è un
rifugio, perché nei versi trovo ascolto e silenzio quando il mondo diventa
troppo assordante; è anche un atto di resistenza, contro l’indifferenza e la
superficialità, un modo per affermare la profondità del sentire umano. Ma
soprattutto la considero un dono: qualcosa che mi attraversa e che sento il
bisogno di riconsegnare agli altri.
Nella
tua raccolta Le tonalità dell’anima parli di chiaroscuri e sfumature interiori.
Quanto è importante per te la dimensione visiva e pittorica nella scrittura
poetica?
La
dimensione visiva è fondamentale. Scrivendo, spesso vedo immagini prima ancora
delle parole: luci che filtrano, ombre che si allungano, colori che si
sovrappongono. La poesia, per me, è anche pittura dell’interiorità: ogni verso
è una pennellata che tenta di dare forma all’invisibile, di rendere visibile
ciò che abita nell’anima.
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| INFORMAZIONI ALL'OPERA |
Hai
detto che la poesia è “una sintesi di parole, suoni ed emozioni”. Puoi
raccontarci come nasce un tuo verso e quale processo creativo ti guida?
Un
verso nasce quasi sempre da un’emozione improvvisa, da un dettaglio, da un
silenzio che chiede di essere ascoltato. A volte è una parola a bussare, altre
volte è un suono, un ritmo interiore. Poi inizia un lavoro paziente di
sottrazione: cerco l’essenziale, la parola giusta, quella che sappia contenere
il sentire senza appesantirlo. Scrivere poesia, per me, è un atto di ascolto
profondo.
La
tua esperienza di insegnante influenza la tua poesia? C’è un legame tra
l’educazione e la capacità di trasmettere emozioni attraverso i versi?
Sì,
c’è un legame profondo. Insegnare significa entrare in relazione, ascoltare,
riconoscere l’unicità di ogni voce. Questo influisce inevitabilmente sulla mia
poesia. L’educazione, come la poesia, è un atto di cura e di responsabilità:
entrambe cercano di dare senso, di accendere domande, di trasmettere emozioni e
consapevolezza senza imporre risposte.
Molti
lettori trovano nei tuoi testi un invito alla resilienza e alla speranza.
Quanto la tua poesia è autobiografica e quanto invece è universale?
La
mia poesia nasce certamente da esperienze personali, da ferite e rinascite
vissute in prima persona. Tuttavia, nel momento in cui un’emozione viene
scritta, smette di appartenere solo a me e diventa universale. Credo che la
poesia trovi la sua verità più profonda proprio lì: quando una storia
individuale riesce a risuonare nell’esperienza di molti.
Il
titolo Le tonalità dell’anima suggerisce un viaggio interiore. Quale tonalità
senti più vicina oggi: la luce, l’ombra, il silenzio o la parola?
Oggi
mi sento sospesa tra il silenzio e la parola. Il silenzio come spazio
necessario per comprendere, per accogliere ciò che è stato; la parola come
possibilità di trasformazione, di condivisione. La luce e l’ombra convivono
sempre, ma è in questo equilibrio fragile che riconosco la mia tonalità
presente.
Guardando
al futuro, quale ruolo immagini per la poesia nella società contemporanea? Può
ancora essere un ponte tra le persone e un balsamo per le ferite dell’anima?
Credo
profondamente che la poesia abbia ancora un ruolo essenziale. In una società
veloce e spesso disattenta, la poesia invita a rallentare, a guardarsi dentro e
negli altri. Può essere un ponte autentico tra le persone, un balsamo
silenzioso ma potente per le ferite dell’anima, un luogo di verità e di
incontro.
Grazie,
Maria, per aver condiviso con noi il tuo sentire e la tua visione della poesia.
Le tue parole ci ricordano che i versi non sono soltanto scrittura, ma ponti di
luce tra le persone e riflessi dell’anima. Vetrina delle Emozioni e Gioia
Lomasti, insieme ai lettori, ti ringraziano di cuore per la disponibilità e per
averci accompagnato in questo viaggio poetico tra le tonalità dell’anima.

