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martedì 16 dicembre 2025

“Il viaggio interiore della poesia” – Maria Rotolo si racconta, a cura di Gioia Lomasti

 

Maria Rotolo

In collaborazione con i lettori di Vetrina delle Emozioni, Gioia Lomasti ha il piacere di accogliere e ringraziare la poetessa Maria Rotolo, autrice della raccolta Le tonalità dell’anima. Con la tua scrittura intensa e delicata, Maria, ci conduci in un viaggio tra chiaroscuri e sfumature interiori, trasformando emozioni intime in versi capaci di arrivare al cuore. Palermitana di nascita e torinese di adozione, insegnante appassionata e autrice raffinata, hai saputo dare voce a un sentire universale, dove la poesia diventa tela e pennellata, luce e ombra, silenzio e parola.

Maria, cosa rappresenta per te la poesia: un linguaggio universale, un rifugio, un atto di resistenza o un dono?

La poesia per me è tutto questo. È un linguaggio universale perché supera i confini del tempo e dello spazio, parlando direttamente all’anima; è un rifugio, perché nei versi trovo ascolto e silenzio quando il mondo diventa troppo assordante; è anche un atto di resistenza, contro l’indifferenza e la superficialità, un modo per affermare la profondità del sentire umano. Ma soprattutto la considero un dono: qualcosa che mi attraversa e che sento il bisogno di riconsegnare agli altri.

Nella tua raccolta Le tonalità dell’anima parli di chiaroscuri e sfumature interiori. Quanto è importante per te la dimensione visiva e pittorica nella scrittura poetica?

La dimensione visiva è fondamentale. Scrivendo, spesso vedo immagini prima ancora delle parole: luci che filtrano, ombre che si allungano, colori che si sovrappongono. La poesia, per me, è anche pittura dell’interiorità: ogni verso è una pennellata che tenta di dare forma all’invisibile, di rendere visibile ciò che abita nell’anima.

INFORMAZIONI ALL'OPERA

Hai detto che la poesia è “una sintesi di parole, suoni ed emozioni”. Puoi raccontarci come nasce un tuo verso e quale processo creativo ti guida?

Un verso nasce quasi sempre da un’emozione improvvisa, da un dettaglio, da un silenzio che chiede di essere ascoltato. A volte è una parola a bussare, altre volte è un suono, un ritmo interiore. Poi inizia un lavoro paziente di sottrazione: cerco l’essenziale, la parola giusta, quella che sappia contenere il sentire senza appesantirlo. Scrivere poesia, per me, è un atto di ascolto profondo.

La tua esperienza di insegnante influenza la tua poesia? C’è un legame tra l’educazione e la capacità di trasmettere emozioni attraverso i versi?

Sì, c’è un legame profondo. Insegnare significa entrare in relazione, ascoltare, riconoscere l’unicità di ogni voce. Questo influisce inevitabilmente sulla mia poesia. L’educazione, come la poesia, è un atto di cura e di responsabilità: entrambe cercano di dare senso, di accendere domande, di trasmettere emozioni e consapevolezza senza imporre risposte.

Molti lettori trovano nei tuoi testi un invito alla resilienza e alla speranza. Quanto la tua poesia è autobiografica e quanto invece è universale?

La mia poesia nasce certamente da esperienze personali, da ferite e rinascite vissute in prima persona. Tuttavia, nel momento in cui un’emozione viene scritta, smette di appartenere solo a me e diventa universale. Credo che la poesia trovi la sua verità più profonda proprio lì: quando una storia individuale riesce a risuonare nell’esperienza di molti.

Il titolo Le tonalità dell’anima suggerisce un viaggio interiore. Quale tonalità senti più vicina oggi: la luce, l’ombra, il silenzio o la parola?

Oggi mi sento sospesa tra il silenzio e la parola. Il silenzio come spazio necessario per comprendere, per accogliere ciò che è stato; la parola come possibilità di trasformazione, di condivisione. La luce e l’ombra convivono sempre, ma è in questo equilibrio fragile che riconosco la mia tonalità presente.

Guardando al futuro, quale ruolo immagini per la poesia nella società contemporanea? Può ancora essere un ponte tra le persone e un balsamo per le ferite dell’anima?

Credo profondamente che la poesia abbia ancora un ruolo essenziale. In una società veloce e spesso disattenta, la poesia invita a rallentare, a guardarsi dentro e negli altri. Può essere un ponte autentico tra le persone, un balsamo silenzioso ma potente per le ferite dell’anima, un luogo di verità e di incontro.

Grazie, Maria, per aver condiviso con noi il tuo sentire e la tua visione della poesia. Le tue parole ci ricordano che i versi non sono soltanto scrittura, ma ponti di luce tra le persone e riflessi dell’anima. Vetrina delle Emozioni e Gioia Lomasti, insieme ai lettori, ti ringraziano di cuore per la disponibilità e per averci accompagnato in questo viaggio poetico tra le tonalità dell’anima.


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