WikiPoesia

WikiPoesia
WikiPoesia Enciclopedia Poetica
Vetrina delle Emozioni sito

Visualizzazioni totali

CERCA NEL BLOG


FANS PAGE FACEBOOK

FANS PAGE FACEBOOK


GIOIA LOMASTI FANPAGE

lunedì 22 gennaio 2024

RENATO GARBIN - Uno Scrittore… Quasi Mancato - Testo di Gioia Lomasti

 


Ringrazio Renato Garbin per averci dedicato questo meraviglioso contributo sotto forma di un bel dialogo con l'autore.

Di solito si vanno a promuovere dei testi, libri e quindi, di conseguenza, i loro Autori.

Alle volte capita, però, che ci siano scrittori, come dire “mancati”, per questioni di tempo oppure per tutte le questioni che si possono immaginare.
Personalmente ho conosciuto uno di questi, ma non a caso, dato che si tratta di un grande collaboratore di Progetto Almax, dell’amica Alessia Marani, fondatrice di questo “bello sforzo culturale mediatico”, con il quale ho avuto diversi momenti di condivisioni grafiche, per promuovere libri, Autori, interviste, per cui potrei anche ammettere di essere un pochino di parte, scrivendo di lui, ma non più di tanto, dato che lui ha cercato di sfuggire questa cosa il più possibile, a più riprese. Ma, alla fine, ha ceduto, ma solo nella promessa di non promuovere tanto lui, quanto ciò che, con noi, come noi, si va a promuovere, ossia la comunicazione del libero pensiero. Libero, come ci dirà, tra le righe, da vincoli economici, di tornaconto e/o esibizioni, autocelebrative di sé stesso, ma come condivisone emotiva delle varie opere che i vari Scrittori, con le loro opere vanno promuovendo.
Contatto Renato Garbin nel pieno del suo gran da fare, in termini di video montaggi e interviste varie agli artisti, sia per conto di Almax Channel Show, quando per FLYTV UK, nuova realtà media, che si è affacciata da appena un anno e poco più, sulla scena dei tanti media già presenti.
Gioia Lomasti – Ciao, Renato, grazie per avere finalmente accettato questa intervista, proprio a te, che le interviste le fai agli altri. Hai cercato di sfuggire a questa cosa, ma poi hai accettato, come mai?, per Progetto Almax?
Renato Garbin – Grazie a te, Gioia, per questa opportunità che, alla fine, mi hai offerto, di spiegare alcune cosette sul mondo attuale di Arte e Comunicazione, vista da un “faidate” della situazione… Ho perciò accettato proprio per questo motivo, la tua intervista, anche per il nostro trascorso di collaborazioni in comune, su Almax Magazine, per cui spero di tornare utile, almeno per le Giovani Generazioni che scoprissero avere questa ambizione, obbiettivo, per la propria vita, il proprio futuro…
G.L. – Ecco, mi dai proprio lo spunto per una domandina ad hoc… Come ti sei ritrovato a collaborare con la nostra Alessia Marani, per “Progetto Almax”?...
R.G. – Ahia, sarebbe già una storia lunga e finirei per scrivere un libro, su questo, nel tentare di risponderti, ma vedrò di essere sintetico, benché non sia nella mia natura. Si tratta di un incontro più o meno casuale. La mia attività, cioè, di foto reporter per passione, in ambito sportivo e dello Spettacolo, si è, ad un certo punto, incontrato con chi l’ambiente dell’Arte e dello Spettacolo, lo vive e lo promuove al meglio possibile, dando spazio ad Artisti più o meno noti, magari cercando di rendere noti questi ultimi, i quali, pur avendo delle doti non indifferenti, non riescono a sbucare come vorrebbero, nella notorietà. Poi mettici pure la passione per scribacchiare articoli e interviste, come ho fatto pure per il mensile Globus Magazine e il gioco è stato fatto. Poi, tra persone che amano, nello stesso modo, un certo ambiente, senza troppe ambizioni di chissà che cosa, ma proprio per la soddisfazione personale di poterlo fare, sai bene che funziona, con stima reciproca, rispetto e amicizia. E qui posso ringraziare Alessia Marani, perché, grazie a lei, ho fatto conoscenze squisite, tra cui tu stessa appari…




G.L. – Grazie per il pensiero… Dato che il nostro ambiente, per cui ho pensato questa intervista, tratta principalmente Letteratura, qual è il tuo rapporto con questa materia?
R.G. – E’ un mondo, la Letteratura, talmente vasto che sembra impossibile circoscriverlo in poche battute, per cui mi limito alla mia, sia pur semplice, visuale, per ciò che vedo – e leggo – occasionalmente nella vita di tutti i giorni. Non mi limito ai libri, che leggo, in verità, molto poco, ma solo per ragioni di tempo, dato che quando apro un libro, vorrei poterlo non mollare mai fino all’ultima pagina di lettura, estendo la mia visuale di letteratura, perciò, ai giornali quotidiani, alle Terze Pagine, così come a quelle occasioni che trovo sui social, sul web, ovunque. Leggere mi consente di assumere notizie, informazione, aprire orizzonti, che poi ridimensionerò sempre alla mia portata, per non farmi influenzare dalle varie correnti, ma traendo ciò che possa chiarire, laddove sia possibile, coincidere, con il mio modo di vedere la realtà che ci circonda, basandomi sulla mia umana esperienza personale. Per cui anche l’idea di scrivere e fare pubblicare qualcosa, per il momento, mi pare una cosa ancora remota da realizzarsi. Ho più di un libro, nella mente, ma spero, prima o poi, di riuscire a mettermici d’impegno e trasferire il tutto sia in digitale, che su cartaceo, almeno finché farò in tempo a farlo, non si sanno mai le cose della vita…
G.L. – Che genere di libri scriveresti, nel caso trovassi il modo, il tempo e la voglia di farlo?
R.G. – Mah, uno riguarderebbe delle considerazioni attuali sulla società che abbiamo oggi attorno, attingendo dal proprio vissuto personale. Insomma considerazioni tra il “filosoficofaidate”, analizzando eventi vissuti in questi anni strambi e assurdi, il proprio senso del politico sociale e via dicendo. Ho già provato, sai, a scriverlo, è ancora là, che aspetta di essere completato, soltanto che ogni volta che ci metto mano e rileggo ciò che ho già “messo giù”, correggo e aggiorno diverse cose, per cui non sarà mai finito, non in tempi brevi, almeno. Un altro è molto distante dalla realtà, ossia pura fantasia, lo utilizzo proprio come evasione totale da ciò che esiste, oppure uso ciò che esiste in contesti impensabili. Forse scrittori fantascientifici di sceneggiature di film, fumetti o storie varie, in qualche modo ci potrebbero, chissà, essere già passati, ma non credo proprio, perché la storia proviene proprio da una questione profonda, personale, che non sto a spiegare, sennò finirei per scrivere quel testo, rispondendo alla domanda… Infine ce ne sarebbe un altro, ma qui andiamo a finire nello scabroso più erotico, per cui meglio tralasciare, non mi sembra il caso o la sede più adatta, per questo genere.
G.L. – Ho notato che hai una certa dimestichezza con il linguaggio e sulla proprietà della lingua italiana, hai fatto degli studi particolari, dei corsi?
R.G. – No, assolutamente nulla, alcun studio. E’ tutta autodidattica e lo possono dimostrare gli strafalcioni che mi arrivano e nei quali mi ci infilo spesso e volentieri. No, è semplice passione, che ho, nel tempo, cercato di correggere.
Deriva essenzialmente dal mio voler cercare di farmi capire senza fare cadere chi mi ascolta o legge, in interpretazioni diverse da ciò che intendo esprimere, per cui ecco la ricerca dei sinonimi e contrari, termini diretti e via dicendo. Oggi la gente legge, come dire, di sfuggita, oppure ti ascolta, di sfuggita, ma solo per poi poterti mettere i puntini sulle i, laddove ti fossero sfuggiti, per cui cerco di provvedere prima, preventivamente. Non ti legge e/o ascolta per comprendere, aprirsi a nuove vedute, assimilare concetti nuovi o diversi dal proprio. Se il tuo scritto non riflette ciò che la gente si aspetta, dà noia e viene lasciato là, nella maggior parte dei casi. Da qui poi nasce la domanda, su chi potrebbe mai leggere ciò che potrei proporre io, con la marea di libri esistenti sulla piazza?...
G.L. – Beh, sono tanti gli scrittori o neo scrittori che si avventurano comunque, su questa piazza, pur ponendosi questa domanda…
R.G. – Si, appunto. Penso, magari sbagliando, che lo facciano con la presunzione che ciò che propongono possa - debba – interessare a qualcuno, per cui, vabbè, ci provano, per cui prima di provarci dovrei togliermi dalla testa questo tipo di dubbio…
G.L. – Che ne pensi della poesia? Hai mai provato a scrivere delle poesie?
R.G. – Si, da giovane ne ho scritte diverse, sempre basandomi, come credo facciano un po’ tutti quelli che le scrivono, su emozioni, eventi, descrizioni particolari, attraversate nel corso della propria vita, dando “pennellate di colore verbale”, giusto per ingentilirle o donare alla propria poesia, atmosfere particolari. Poi, vedendo che continuavo a cadere nel malinconico, mi sono stancato e ho deciso di andare nell’assurdo, nel “non sens”, insomma assolutamente contro corrente, rispetto alla malinconia… Mi diverte ancora oggi, rileggerle, a distanza di anni, mentre quelle malinconiche possiamo forse ritrovarle nel “cestino” della mente. Queste sono cose che fanno lavorare l’immaginazione e mi servono spesso come una sorta di test nei confronti di persone che conosco. Se le vedo sorridere, significa che ho a che fare con persone dotate di immaginazione e di giusta fantasia, oppure le uso come recupero per l’umore, nei momenti cupi della vita. Avevo addirittura pensato di provare a tradurle in immagini video, ma poi, tra il dire e il fare è emerso il Garbin… e non l’ho più fatto. Forse oggi potrei fare ricorso alla cosiddetta, famigerata, intelligenza artificiale, applicata alla grafica video, chissà…
Per quanto riguarda la poesia di altri poeti, non riesco a generalizzare, devo, di volta in volta, avere il testo sotto il naso, per averne un’idea. Non mi piace, specie per i più classici, mettermi a leggere poesie, non riesco quasi mai a trovarmi in sintonia con le atmosfere che questi hanno cercato di produrre. Ok, lo so, in questo caso mi sento una sorta di orso… Forse alcuni poeti contemporanei riescono a dare le “pennellate” giuste e farmi vedere quadri immaginari interessanti e gradevoli. Le poetesse, riflettono inevitabilmente la visuale femminile, spesso abbastanza scontata, per cui cerco scritti di poetesse che mi facciano uscire da questo mio luogo comune e mi possano stupire… in quel caso le apprezzo molto volentieri.
G.L. – Hai dei nomi?
R.G. – Ecco, mi hai colto in fallo, sono negato per i nomi da associare a dei testi, però, forse, te ne posso fare uno, che può aiutare a comprendere il genere che intendo… Alda Merini, ad esempio. Più contemporanee potrei nominare, anche perché, forse la conosco un po’, Gioia Lomasti, conosci? Al di là di questo, con un sorriso, ora, mentre ti do le risposte, non mi vengono dei nomi, chiedo venia…
G.L. – E poeti uomini?
R.G. – Siamo sempre là, potrei menzionarti dei poeti classici, del passato, ma di contemporanei, attualissimi, davvero non ho, nell’immediato, dei nomi che possano arrivarmi alla mente, per cui, anche qui, chiedo umilmente venia. Potrei citare le considerazioni di Luigi Pirandello, che mi affascinano, nel loro studio della mente umana, poi, che so, un Ungaretti, Quasimodo, ma non mi chiedere titoli delle loro poesie, perché cadrei rovinosamente nel panico, non è certo un argomento per me.
G.L. – Va bene, tralasciamo la poesia, però adesso mi hai messo curiosità e mi piacerebbe leggere una delle tue menzionate prima…
R.G. – Non in questo contesto, un giorno te ne farò leggere, appena ritrovo il plico che le contiene, anzi, più di una… Sarei davvero curioso di vedere o avere una tua impressione, su queste mie… ehm… “poesie”…
G.L. – Come trovi, oggi, il mondo degli scrittori contemporanei?
R.G. – Sotto certi punti di vista direi che avrebbero parecchio da lavorare, se si guardassero bene intorno e se fossero dotati di capacità analitiche, specialmente super partes, perché, altrimenti diventerebbero organi d’opinione di parte…
Per i romanzieri, non credo proprio che le possibilità di fantasia oppure ispirazioni dalla realtà possano mancare. In ogni caso fino a quando ci sarà gente che legge, significa che ancora esiste e resiste l’immaginazione, perché in questo mondo buttato tutto sull’esplicito, la fantasia un po’ va a soffrirne. Laddove la fantasia non arriva, ora arriva pure l’intelligenza artificiale, siamo proprio messi bene… Ci sarà ancora posto per la fantasia umana? Tutto dovrà essere freddo e calcolato al micron?
G.L. – Infine il tuo rapporto con gli animali. Hai scritto delle cose, recentemente, che mi portano a pensare che il tuo sia un rapporto molto particolare…
R.G. – Non so se possa essere così particolare, di sicuro è qualcosa di istintivo, è un’empatia che viene spontanea e naturale. Loro hanno una percezione su chi si approccia nei loro confronti, che si basa su elementi particolari che noi, cosiddetti umani, ancora non conosciamo del tutto. Ogni animale ha una sua identità, anche se appartiene alla specie del gatto di casa, oppure del cane, si tratta “soltanto” di entrare in sintonia con loro. Vedi, in casa, con noi abitano sei gatti e sette cani, ognuno ha un suo modo di essere, che cerca di essere compatibile con gli altri. Ogni tanto si azzuffano per motivi loro, ma poi l’armonia e la pace ritorna, dato che poi ne beneficiamo tutti. C’è ancora una lupa femmina, che non so per quale motivo, se si tratta di ricevere cibo, si lascia avvicinare, mentre se soltanto cerco di farle delle coccole, si allontana come se volessi farle chissà cosa di male. Ogni creatura ha una sua percezione dei nostri atteggiamenti, entrare quindi in empatia non è sempre così semplice. Tuttavia è certo che avvertano quando le persone siano benevole con loro.
In ogni caso sono sempre esseri viventi, cerco di stare attento a non pestare le formiche, figuriamoci per tutte le altre creature. Forse i ragni sono ancora capaci di farmi rizzare i capelli, ma, alla fine, li ammiro nel loro lavoro per sopravvivere… di sicuro non andrò a cercare di fare loro delle coccole, però.
Avremmo, come umani, un feeling, volendo, che potrebbe arrivare oltre l’immaginabile, nel rapporto con le altre Creature viventi. Aborro severamente la caccia, per il concetto di “divertimento”, nel vedere precipitare un uccello colpito da una doppietta, mentre magari sta portando del cibo ai propri piccoli… Considerare queste Creature “solo degli animali”, mi fa stare male… Se pensiamo cosa certi esseri umani stiano facendo a tutt’oggi contro altri esseri umani, poi, la dice tutta sulla cosiddetta “natura umana” …
G.L. – So che hai sempre coltivato la passione per la fotografia e poi anche per le video riprese. Oggi conduci, sia pure in piccolo, dei programmi musicali, dedicati all’Arte in genere, ma in prevalenza la Musica, hai esperienze molteplici in questo tipo di ambiente e lo possiamo notare dando una sbirciata al tuo canale You Tube. Da quanto tempo coltivi questo tipo di passioni?
R.G. – Da tantissimo tempo. Per la fotografia ho iniziato da giovanissimo, con quelle macchinette compattine a caricatori di pellicola, che poi sono diventate, con il tempo e la disponibilità economica, delle reflex, sempre a pellicola, fino al passaggio al digitale, con reflex più sofisticate, ma sempre cercando di crescere nella mia esperienza di autodidatta, semmai seguendo i consigli di fotografi professionisti che ho conosciuto nell’ambiente ciclistico. Poi, passando pure in ambito di Musica e Spettacolo in genere, le esperienze si sono ampliate. Da cosa nasce cosa, per cui ho allargato le conoscenze anche alle esperienze delle telecamere, sia da studio, che esterne e ampliato anche il mio giro di occasioni per conoscere personaggi noti e meno noti, dello Spettacolo. Tutto questo percorso progressivo, è avvenuto spontaneamente e non ho mai spinto in alcun modo, per qualsivoglia ambizione, per arrivare chissà dove. Mi sta bene così, continuo a restare così. Di ambizioni non ne ho proprio, tanto se le cose devono arrivare, siamo noi a creare i presupposti affinché arrivino spontaneamente e questo dà anche una certa maggiore soddisfazione, quando si riesce a fare bene.
G.L. – Renato, confesso che andrei avanti a cercare di conoscere ancora molto sul tuo modo di vivere sia la Letteratura, come tutto il resto, ma per il momento, mi fermerei qui, avremo eventualmente altre occasioni per trattare argomenti, di volta in volta, più mirati e particolari. Ti ringrazio per averci concesso la tua disponibilità in questa chiacchierata.
R.G. – Grazie a te, Gioia, per questa opportunità che davvero non mi aspettavo. Non mi pareva proprio di essere così interessante, al punto di essere intervistato, però non mi è di spiaciuto, ho rivisitato un po’ di angoli della mia vita, che non so a chi possano interessare. In ogni caso, se vi pare, sono a vostra disposizione, ciao a presto!

Renato Garbin  supporta NOTE CONDIVISE opera editoriale degli autori Gioia Lomasti e Luciano Somma, un progetto che promuove l'arte e la cultura. Ringraziamo Renato per la collaborazione e l'affetto che incondizionatamente ci riserva.


Non siamo una testata giornalistica. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica poiché viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62/2001. L’amministratore del blog declina ogni responsabilità per gli articoli proposti da altri autori o per i commenti aggiunti agli articoli stessi. Eventuali contenuti lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze, o in violazione delle leggi sulla privacy, non sono da attribuirsi all’amministratore del sito, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata. Qualora fossero presenti contenuti che ricadono nei casi descritti lo si comunichi all'amministratore del blog che provvederà alla loro pronta rimozione.

https://vetrinadelleemozioni.com/contatti/