Emanuele Marcuccio (Palermo, 1974) è un poeta, aforista, drammaturgo e curatore
editoriale italiano. Conseguita la Maturità Classica nel 1994, si dedica alla
scrittura di poesia, aforismi e pensieri vari, esplorando anche il genere
letterario del teatro; la sua poesia si distingue per la semplicità
dell’espressione unita alla profondità semantica, l’attenzione alla musicalità nella
fluidità e scorrevolezza del verso e per un forte legame con la tradizione
classica, declinata in una forma moderna.
Marcuccio inizia a scrivere poesie, a sedici anni, nel 1990 e nel 2000 ventidue delle sue liriche sono pubblicate nell’antologia, Spiragli 47 (Editrice Nuovi Autori, Milano). La sua prima silloge poetica e opera prima, Per una strada, è del 2009 (SBC Edizioni, Ravenna), raccogliendo consensi dalla critica per la capacità di coniugare immagini liriche e riflessioni esistenziali. Seguono le sillogi, Anima di Poesia (2014, TraccePerLaMeta, Sesto Calende), che evidenzia il suo interesse per le risonanze interiori dell’esperienza umana, e Visione (2016, PoetiKanten, Sesto Fiorentino), inserita nella collettanea di poesia, I grilli del Parnaso. Le sue poesie si caratterizzano per un linguaggio essenziale ma evocativo, spesso ispirato al mondo classico e a temi universali, come la natura, il tempo e introspettivi come la condizione umana.
Un
progetto originale che lo ha reso noto è “Dipthycha”, una serie antologica da
lui ideata e curata, dove, partendo dalla forma del comune dittico e trittico
poetico, essa viene rivisitata rispettivamente a due e tre voci di autori
diversi, chiamati da Marcuccio, dittico poetico a due voci e trittico poetico a
tre voci. In particolare, del dittico poetico a due
voci (il trittico a tre voce è solo una sua evoluzione) Marcuccio ha dato
questa definizione: “Una composizione di due poesie scritte da due diversi
autori, indipendentemente, anche in tempi diversi, e accomunate dal medesimo
tema in una sorta di corrispondenza empatica”; la stessa composizione
teorizzata da Marcuccio, è stata inserita nella X e XI edizione del Premio
Nazionale di Poesia “L’arte in versi” (2021-23), come sottosezione di
partecipazione nella sezione “Sperimentazioni poetiche e nuovi linguaggi”,
insieme alla ‘corto poesia’ teorizzata da A. Barracato e D. Matranga e alla
poesia dinanimista teorizzata da Z. Ferrante. Della serie antologica
“Dipthycha” sono finora editi quattro volumi, usciti tra il 2013 e il 2022, che
ha visto la partecipazione di quarantadue voci poetiche contemporanee, compreso
lo stesso Marcuccio, con i proventi devoluti a cause benefiche, come la ricerca
sulla sclerosi multipla e il sostegno ai terremotati del centro Italia.
Come
aforista, Marcuccio ha pubblicato, Pensieri Minimi e Massime (2012,
Photocity Edizioni, Pozzuoli, con la mia cura editoriale), una raccolta di ottantotto
numeri tra aforismi e pensieri vari, molti dei quali dedicati alla poesia
stessa, della quale dà diverse definizioni, come quella di “anima che si fa
parola”; una seconda raccolta, Lo stupore e la meraviglia (2024,
Youcanprint, Lecce, sempre a mia cura), ancora di ottantotto numeri, conferma
la sua predilezione per la riflessione sulla poesia.
Nel
2017 esce con Ingólf Arnarson (Le Mezzelane Casa editrice, Santa Maria
Nuova), un dramma epico in versi liberi ambientato nell’Islanda medievale (IX
sec.), frutto di anni di ricerca poetica e storica, a cui Marcuccio attese, a
varie riprese, tra il 1990 e il 2016; quest’opera poetica e teatrale, che narra
le vicende, rivisitate in chiave storico-fantastica, dell’eponimo primo
colonizzatore dell’Islanda, si distingue per il suo tono epico e lirico e per la
capacità di intrecciare storia e immaginazione.
Marcuccio
è anche un curatore editoriale, iniziando su mio invito nel giugno del 2010, al
dicembre del 2023 ha curato diciotto libri, tra sillogi, antologie poetiche e
saggi di critica letteraria a opere di terzi, promuovendo talenti emergenti,
anche attraverso interviste. È direttore onorario del format di promozione
culturale “Vetrina delle Emozioni”, fondato dalla sottoscritta, ed è stato
redattore delle rubriche, “Il respiro della parola” (poesia) e “La parola
essenziale” (aforismi) per la rivista di poesia e critica letteraria «Nuova
Euterpe» fino al 2024, anno in cui dopo più di dieci anni la rivista ha cessato
le sue attività. Inoltre, dal 2012 è membro di giuria in concorsi letterari
nazionali e internazionali, come le edizioni de “L’arte in versi” finora
bandite (Jesi, 2012-25), la I Edizione del “Bilingue Internazionale
TraccePerLaMeta” (Firenze, 2013) e “Gli Autori
dell’Anno” (Torino, 2014-15; 2017).
La
sua produzione ha ricevuto apprezzamenti da critici come Lorenzo Spurio (autore
di una monografia su Marcuccio nel 2013), Lucia Bonanni (1951 – 2024), Luciano
Domenighini, Nazario Pardini e Antonio Spagnuolo. Suoi scritti sono stati
tradotti in spagnolo, lituano, francese, polacco e in dialetto aquilano e
avezzanese. È presente in numerose antologie di autori vari, tra cui «L’evoluzione delle forme poetiche. La
migliore produzione poetica dell’ultimo ventennio (1990 – 2012)» (2012), a
cura di Ninnj Di Stefano Busà e Antonio Spagnuolo; «Il canto vuole essere luce. Leggendo Federico García Lorca» (2020),
a cura di Lorenzo Spurio.
Partecipa
a concorsi ottenendo premi e menzioni, tra cui un primo premio internazionale
nel 2015. Marcuccio è anche cittadino della Repubblica dei Poeti e Cavaliere
dell’Ordine di Dante Alighieri (ordine cavalleresco, filantropico e non religioso)
dal 2022, riconoscimenti che sottolineano il suo contributo alla cultura
poetica contemporanea. Attraverso il blog “Pro Letteratura e Cultura”, da lui
fondato e curato, promuove autori e segnalazioni letterarie, escludendo i generi
letterari erotico, rosa e horror, riservando possibili eccezioni ai generi
misti, come il mainstream, il patchwork e i classici della letteratura horror, privilegiando
una visione della scrittura, come strumento di elevazione spirituale e
intellettuale.
In sintesi, Emanuele Marcuccio è una figura poliedrica del panorama letterario italiano, capace di unire tradizione e innovazione, con un impegno costante nella promozione della poesia, come la più autentica e profonda espressione verbale mai creata dall’uomo e dove l’anima si fa davvero parola.