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SEGUITE LA FANPAGE Solo il tremore del vuoto, il respiro fratturato della materia ignara del proprio essere. L'abiogenesi non narra la nascita, la dissolve. È un viaggio attraverso la carne divenuta rituale, il suono divenuto rovina, la divinità che emerge dal fango. Only the trembling of the void, the fractured breath of matter unaware of its own being. Abiogenesis does not recount birth, it dissolves it. It is a journey through flesh turned ritual, sound turned ruin, divinity emerging from mud. |
Abiogenesi di Marco Nuzzo è un’opera che sfida ogni narrazione convenzionale sull’origine. Non racconta la nascita: la dissolve. Questo viaggio sonoro si muove tra il tremore del vuoto e il respiro fratturato della materia, dove la carne si fa rituale e il suono si consuma in rovina. La divinità non discende dall’alto, ma emerge dal fango, in un processo che è più evocazione che creazione. Abiogenesi è esperienza, intuizione, disgregazione: un attraversamento poetico e viscerale dell’informe. - (Gioia Lomasti & vetrinadelleemozioni.com Autori e Artisti)
Abiogenesis di Marco Nuzzo è decisamente un concept album — e non uno qualsiasi. È un’opera che costruisce un sistema filosofico e sonoro attorno all’idea di origine, rovina, preghiera e ritorno, ma lo fa senza mai cercare redenzione. È un viaggio che si snoda in sezioni rituali, ciascuna con un proprio linguaggio, simbolismo e tensione. Struttura concettuale: L’album è diviso in sezioni chiaramente definite — genesi, rovina, catabasi, preghiera, ritorno, coda — che non seguono una narrazione lineare, ma una trasformazione ontologica. Ogni parte rappresenta una fase dell’essere che si disgrega, si cerca, si prega, e infine si rifrange.
Il
concetto di “abiogenesi”: Il titolo stesso rimanda alla teoria scientifica
dell’origine della vita dal non-vivente. Ma qui, Marco Nuzzo lo trasfigura:
Abiogenesis diventa una metafora dell’emergere del soggetto dal vuoto, della
coscienza come errore, della carne come luogo di frattura.Testi e simbolismo: I
testi sono densi, poetici, spesso scritti in uno stile che richiama la
liturgia, la filosofia, la mitologia. Figure come Dea Ialina, Selene, Evergete,
e The Hieromant non sono personaggi, ma archetipi deformati, simboli di una
spiritualità spezzata. Le parole sono scelte con precisione chirurgica: ogni
verso è una fenditura, ogni immagine è un trauma. Musica e atmosfera: Il
suono è liquido, instabile, stratificato. Ambienti oscuri, voci lacerate,
glitch, distorsioni e silenzi rituali. Non accompagna: squarcia. Non consola:
evoca. È una musica che si ascolta con il corpo, non solo con
l’orecchio. Influenze e riferimenti: L’album dialoga con:
Deleuze
e Guattari: il soggetto come flusso, il caos come generativo
Cioran
è presenza spettrale.
Cosmologie cicliche: ecpirosi, palingenesi, apocatastasi