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lunedì 8 settembre 2025

Si presenta il primo concept album di Marco Nuzzo - Abiogenesis un viaggio sonoro attraverso la maestosità dell'origine del verso



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Solo il tremore del vuoto, il respiro fratturato della materia ignara del proprio essere. L'abiogenesi non narra la nascita, la dissolve. È un viaggio attraverso la carne divenuta rituale, il suono divenuto rovina, la divinità che emerge dal fango.

Only the trembling of the void, the fractured breath of matter unaware of its own being. Abiogenesis does not recount birth, it dissolves it. It is a journey through flesh turned ritual, sound turned ruin, divinity emerging from mud.


Abiogenesi di Marco Nuzzo è un’opera che sfida ogni narrazione convenzionale sull’origine. Non racconta la nascita: la dissolve. Questo viaggio sonoro si muove tra il tremore del vuoto e il respiro fratturato della materia, dove la carne si fa rituale e il suono si consuma in rovina. La divinità non discende dall’alto, ma emerge dal fango, in un processo che è più evocazione che creazione. Abiogenesi è esperienza, intuizione, disgregazione: un attraversamento poetico e viscerale dell’informe. - (Gioia Lomasti & vetrinadelleemozioni.com Autori e Artisti) 

Abiogenesis di Marco Nuzzo è decisamente un concept album — e non uno qualsiasi. È un’opera che costruisce un sistema filosofico e sonoro attorno all’idea di origine, rovina, preghiera e ritorno, ma lo fa senza mai cercare redenzione. È un viaggio che si snoda in sezioni rituali, ciascuna con un proprio linguaggio, simbolismo e tensione. Struttura concettuale: L’album è diviso in sezioni chiaramente definite — genesi, rovina, catabasi, preghiera, ritorno, coda — che non seguono una narrazione lineare, ma una trasformazione ontologica. Ogni parte rappresenta una fase dell’essere che si disgrega, si cerca, si prega, e infine si rifrange. 





Il concetto di “abiogenesi”: Il titolo stesso rimanda alla teoria scientifica dell’origine della vita dal non-vivente. Ma qui, Marco Nuzzo lo trasfigura: Abiogenesis diventa una metafora dell’emergere del soggetto dal vuoto, della coscienza come errore, della carne come luogo di frattura.Testi e simbolismo: I testi sono densi, poetici, spesso scritti in uno stile che richiama la liturgia, la filosofia, la mitologia. Figure come Dea Ialina, Selene, Evergete, e The Hieromant non sono personaggi, ma archetipi deformati, simboli di una spiritualità spezzata. Le parole sono scelte con precisione chirurgica: ogni verso è una fenditura, ogni immagine è un trauma. Musica e atmosfera: Il suono è liquido, instabile, stratificato. Ambienti oscuri, voci lacerate, glitch, distorsioni e silenzi rituali. Non accompagna: squarcia. Non consola: evoca. È una musica che si ascolta con il corpo, non solo con l’orecchio. Influenze e riferimenti: L’album dialoga con:

Deleuze e Guattari: il soggetto come flusso, il caos come generativo

Cioran è presenza spettrale.

Cosmologie cicliche: ecpirosi, palingenesi, apocatastasi

Liturgie gnostiche: dove la conoscenza non salva, ma rivela la rovina
 
Arte concettuale e post-industriale: dove il suono è materia e il silenzio è struttura
 
In sintesi, Abiogenesis è un concept album nel senso più radicale: non racconta una storia, ma costruisce un mondo. Un mondo dove la vita non nasce, ma accade. Dove il soggetto non si forma, ma si frattura. Dove il ritorno non è salvezza, ma eco deformata.


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